Le idee degli insegnanti cambiano


Le idee sull' informatica stanno cambiando rapidamente, nel mondo della scuola. Una modalità del cambiamento è il forTic. ForTic è il Programma nazionale di aggiornamento dei docenti di ogni tipo di scuola che coinvolge 160.000 docenti. Il progetto, lanciato con la Circolare 55/2002 del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica (vedi monfortic.invalsi.it ) dice: “Il Piano ... costituisce l'attuazione ... del Piano di Azione italiano per la Società dell'Informazione, ... una risposta alle indicazioni date a livello europeo con il Piano di Azione e-Europe varato a Lisbona nel Marzo del 2000”. Le risorse economiche per un programma così imponente vengono dalla gara per l'UMTS (i telefonini di terza generazione). L'asta portò nelle casse dello Stato italiano 26.750 miliardi di lire (ottobre 2000).

I corsi, iniziati nella primavera del 2003, prevedono tre livelli di formazione (A, B, C). Il corso A, ha un syllabus simile a quello della Patente Europea (alfabetizzazione di base), il corso B si rivolge a docenti già esperti che devono diventare punti di riferimento in ogni scuola per l'uso didattico del computer. Il corso C riguarda la gestione delle reti interne ad ogni scuola, il web, la sicurezza. Ormai tutte le scuola possiedono un'aula computer cablata e parecchie hanno una rete di istituto. Queste trasformazioni hanno rese necessario preparare docenti che siano in grado di farle funzionale, per lo meno per gliaspetti più usuali.

Il percorso A non solo è modellato su MSOffice ma, scandalosamente, utilizza, per la parte di apprendimento on-line, molto importante, Shockwave, un plugin che esiste solo per Windows. Non è stato usato il plugin Flash, che funziona sia con Windows che con Linux e che svolge sostanzialmente le stesse funzioni. Questa impostazione avrebbe dovuto portare i nuovi docenti/utenti a considerare naturale ed imprescindibile l'accoppiata Windows+MSOffice. Eppure, quando una soluzione è matura, come Linux ed il software libero, questa si impone. Nonostante l'emarginazione dai percorsi Ae B del software libero (il percorso C tratta abbastanza equamente entrambi i mondi anche perchè sarebbe stato improponibile parlare di reti senza un qualche riferimento al free software), l'attenzione del mondo della scuola si sta orientando in maniera nuova verso il mondo GNU/Linux.


Il Seminario di Chieti Scalo

Un indicatore significativo è il successo del Seminario del 15 novembre 2003, tenutosi a Chieti Scalo presso l'Istituto Tecnico Commerciale “De Sterlich” e rivolto a centoventi tutors dei corsi A e B, provenienti da tutto l'Abruzzo. L'Ufficio Scolastico Regionale per l'Abruzzo si è dimostrato aperto verso il software libero ed i risultati non si sono fatti attendere. All'indirizzo www.desterlich.ch.it/notizie.htm si possono trovare il programma e i testi delle relazioni di Norberto Gavioli dell'Università dell'Aquila, di Antonio Bernardi dell'IPC “Besta” di Treviso, collaboratore di questa rivista e di Emiliano Bruni, Francesca Campora e Damiano Verzulli per i workshop del pomeriggio. Le relazioni(, pur brillanti, non riescono, da sole, a spiegare la risposta dei docenti. Entusiasmo, interesse, partecipazione, condivisione, voglia di apprendere. Questa forte motivazione del corpo docente per il software libero è una novità. Fino ad oggi, le scelte del Ministero dell'Istruzione (MIUR) erano sempre state vincenti. Il primo Piano Nazionale per l'Informatica, riservato ai docenti di Matematica, risale alla metà degli anni ottanta dello scorso secolo e prevedeva l'introduzione di elementi di informatica e di programmazione (il famoso Pascal) nelle scuole secondarie superiori. L'alto costo dei primi PC e la novità dell'insegnamento / utilizzo dell' informatica a scuola rendevano il MIUR, in quegli anni, soggetto dell'innovazione che dal centro si diffondeva alla periferia. Il Ministero forniva, inoltre le risorse economiche, molto rilevanti ed al di fuori della portata delle scuole, per acquistare i computer e per l'aggiornamento del personale. Non esisteva internet e le informazioni circolavano solo per i canali tradizionali: libri e dispense. In quell'occasione, il Ministero scelse come unico sistema operativo il Dos. Sicuramente in questa scelta pesarono gli interessi dell'IBM, allora principale fornitore di tecnologia dello Stato e dell'Olivetti, principale industria italiana del settore. La Apple protestò ma non riuscì a cambiare la situazione. La Apple riuscì ad avere una presenza solo nelle università, dove non erano possibili scelte centralizzate.

Oggi la situazione è cambiata: i costi dell'hardware sono bassi, internet è veloce, esiste un numeroso personale già esperto. E' cambiata anche la scuola statale: con l'autonomia delle scuole vi sono molti più gradi di libertà di prima, dal punto di vista normativo. Questo permette alla base di essere più innovativa e sperimentale del vertice. Non solo: il modello di utilizzo del Pc basato sul software proprietario sta mostrando la corda, come pure tutta la pedagogia di riferimento. La impostazione suggerita dai consulenti informatico - pedagogici del MIUR attribuisce grande importanza da un lato alla multimedialità e dall'altro sopravaluta la semplice conoscenza degli applicativi più comuni che si apprendono prevalentemente in modo addestrativo: se vuoi ottenere questo risultato devi effettuare questa operazione. Insomma: clicca e vai! Confina l'informatica all'utilizzo di una serie di applicativi predefiniti: da MSOffice a Flash, passando per FrontPage e Photoshop.


A Scuola di libertà

Con il software libero, invece, gli insegnanti si riappropriano di qualcosa che è l'essenza della funzione docente: far crescere intellettualmente gli studenti, crescendo con loro. Il s.l. richiede intelligenza creativa e attenzione. Due qualità difficili da inserire nella scuola attuale ma le uniche che possono dare soddisfazioni assolutamente inedite.

Una parte dei docenti avverte che solo operazioni alte, innovative, possono rendere davvero utile la presenza di un numero crescente di pc nelle nostre scuole. Quindi la spinta verso un insegnamento informatico di qualità, fuori dalle mode, più libero. Un insegnamento in cui i docenti più impegnati traggono non solo un arrichimento personale ma anche un plus di conoscenze spendibili a vari livelli, personali e categoriali. Al tempo stesso, è possibile con prodotti semplici e standard come OpenOffice e Mozilla per Windows iniziare subito a vedere l'altra metà della luna senza imparare un nuovo sistema operativo. Soprattutto, si aprono strade inedite, fortemente personalizzabili: si possono costruire siti web: Apache+HTML+Perl+Php+Mysql. Ci si può specializzare nell'uso di editor a carattere come VI o Latex. Si può privilegiare l'utilizzo di programmi per la matematica e la statistica (Octave, R). Ci può dedicare alla programmazione pura, alla grafica o anche semplicemente alle traduzioni in italiano. C'è una via per tutti, per tutte le età e per tutte le capacità, sia dei docenti che degli alunni. Vie esplorabili senza costi e senza i tempi lunghi richiesti dagli acquisti. Senza dover chiedere niente a nessuno, utilizzando fino in fondo la propria libertà didattica. Ci sono, infine, indicazioni importanti per il mondo degli appassionati, per i LUG, per il MIUR ma anche per l'editoria specializzata. Il primo problema è la barriera linguistica: occorre investire di più nelle traduzioni dall'inglese. Va migliorata la disponibilità di libri e di altri supporti per aiutare i neofiti nella prima fase di partizionamento, di installazione e di utilizzo dei comandi di base. Va aperta una filiera di formazione sul software libero per i docenti, da parte del MIUR. Esiste una domanda che sta crescendo cui va data una risposta. Per la prima volta, da molto tempo, gli insegnanti si sentono al centro di un processo di crescita propria, degli alunni loro affidati ma anche del sistema-paese.



Marco Salardi