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SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE INTERATENEO PER LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI SCUOLA SECONDARIA

VENETO

Indirizzo FIM

BIENNIO 2001-2003

Tesi di diploma

Classe di concorso A042

Software libero nei laboratori scolastici: aspetti didattici, tecnici, economici ed etici.

Relatore: Prof. Lazzaro Daniela

STUDENTE: Dal Col Serena

Matricola: R01777

INDICE

Introduzione... 2

1.      Cos'è il software libero?.. 3

Definizione... 3

Classificazione del software.. 4

Il progetto GNU e la Free Software Foundation... 5

2.      Il sistema operativo Linux... 6

3.      E’ possibile realizzare un laboratorio didattico con Linux?.. 8

Alcuni esempi. 8

Aspetti tecnici. 9

4.      Perchè usare Software libero?.. 10

Motivi didattici:. 10

Motivi economici:. 14

Motivi etici:. 15

Motivi tecnici. 16

Motivi burocratici. 17

Motivi culturali. 17

5.      Quale didattica con il software libero?.. 18

Didattica dell’informatica... 18

Didattica in generale.. 20

Moduli interdisciplinari. 21

6.      Limiti ed obiezioni all’uso di Linux nella scuola... 22

Limiti del sistema operativo Linux... 22

Alcune obiezioni. 22

7.      Cosa ne pensano gli studenti?.. 23

8.      La normativa e le indicazioni del ministero in materia di tecnologie didattiche... 24

BIBLIOGRAFIA... 26

Introduzione

Il presente lavoro è nato dall’interesse che ha suscitato in me l’esperienza di tirocinio presso l’Istituto Tecnico Max Planck di Villorba (TV). In questo istituto ho svolto il tirocinio per la classe di abilitazione A042 con il Prof. Fulvio Ferroni, docente di informatica e sistemi nelle classi 3° e 4° delle corso di studi per periti informatici. Il professor Ferroni è molto esperto di tutto ciò che riguarda l’uso del software libero all’interno delle scuole: aspetti didattici, tecnici, organizzativi etici, economici; di questo scrive anche su una rivista specializzata. Attualmente è titolare di alcuni corsi di aggiornamento per insegnanti sull’uso di Linux. Ha realizzato un laboratorio didattico con Linux nella scuola in cui attualmente insegna ed in altre in cui ha prestato servizio in passato (Istituto professionale per il commercio “Besta” (TV): laboratori didattici e server interni - Istituto tecnico per geometri “Palladio” (TV): server di posta per la scuola); lavora abitualmente con gli studenti usando solo software libero.

Già in precedenza conoscevo il software libero ma non avevo mai visto la realizzazione di un intero laboratorio didattico con l’uso esclusivo di software libero, per di più utilizzato in attività di informatica di alto livello (periti informatici).

Gli aspetti che più mi hanno colpito sono la buona padronanza con cui i ragazzi utilizzano il software e la reale possibilità di realizzare una rete Linux in un laboratorio scolastico. La realizzazione e manutenzione della rete dell’Istituto Max Planck sono interamente curate dal Prof. Ferroni. Per fare tutto ciò è necessaria una buona competenza riguardante le reti, i sistemi operativi e, ovviamente, il software libero.

Nel presente lavoro propongo una riflessione sugli aspetti didattici, etici ed economici che riguardano l’uso del software libero a scuola. Inoltre riporto alcuni esperienze concrete di utilizzo nell’Istituto Max Planck ed in altri della provincia di Treviso.

Sulla scorta di quanto sperimentato spero di riuscire, nel corso del mio lavoro, ad acquisire le competenze necessarie per essere in grado di realizzare e gestire autonomamente un laboratorio con software libero. Ritengo che l’uso del software libero sia didatticamente, eticamente ed economicamente una valida alternativa alle problematiche poste dall’uso di software proprietario. E’ poi da considerare il fatto che il software libero comincia ad essere utilizzato anche dalle aziende a dagli enti pubblici e quindi conoscerlo è un punto di forza della professionalità futura degli studenti. Come docente sento inoltre la responsabilità di proporre attività e strumenti il più possibile scevri da interessi commerciali e che portino gli studenti a sviluppare autonomia di pensiero e capacità critica, oltre che competenze tecnico-informatiche.

Un ringraziamento particolare al prof. Ferroni per le preziose informazioni e i buoni consigli che mi ha dato per la stesura del presente lavoro.

1.    Cos'è il software libero?

Definizione

La domanda non è banale. Sono molti coloro che, anche tra gli insegnanti, non sanno esattamente cosa sia il “software libero”. Alcuni pensano che si tratti di software “gratuito”, oppure credono sia una diversa denominazione per indicare il software freeware altri ancora ritengono sia software non sottoposto a licenza d’uso.

Ho quindi ritenuto opportuno spendere alcune righe per precisare quale tipo di software rientra in questa categoria.

Fu Richard M. Stallman, nei primi anni Ottanta, a formalizzare per la prima volta il concetto di software libero.

L'espressione "Software libero" si riferisce alla libertà dell'utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Più precisamente, essa si riferisce a quattro tipi di libertà per gli utenti del software:

Il software distribuito con una licenza[2] che rispetti questi principi è detto software libero (in inglese freesoftware).

Un programma è “software libero” se l'utente ha tutte e quattro le libertà. In particolare l’utente deve essere libero di ridistribuire copie a tutti ed ovunque, con o senza modifiche, gratuitamente o addebitando delle spese di distribuzione. Indipendentemente dal fatto che si siano ottenute copie di software libero a pagamento o gratuitamente, si ha sempre la libertà di copiare e modificare il software e di venderne copie.

Classificazione del software.

Propongo una breve classificazione del software libero e non libero, allo scopo di chiarire quali sono le possibili tipologie.

Software semilibero

Il software semilibero è software non libero in quanto distribuito col permesso di essere usato, copiato, distribuito e modificato(incluse le versioni distribuite con modifiche) senza scopo di lucro, solo dai privati.

Software proprietario

Il software proprietario è quello che non è libero o semilibero. Il suo utilizzo, la ridistribuzione o la modifica sono proibiti, oppure richiedono un permesso, o sono sottoposti a vincoli.

Software Open Source

Il termine "open source" software è usato da alcuni più o meno con lo stesso significato di software libero.In realtà si tratta di software libero sviluppato secondo le idee del movimento dell’Open Source. Il movimento del Software Libero e il movimento dell'Open Source sono due movimenti diversi con diversi punti di vista e obiettivi.[3]

Software di pubblico dominio

Il software di pubblico dominio è software privo di copyright. È un caso speciale: si tratta di software libero senza permesso d'autore. Questo implica la possibilità che alcune copie o versioni modificate non siano affatto libere.

Software con permesso d'autore (copyleft)

Il software con permesso d'autore è software libero le cui modifiche possono essere distribuite solo con la stessa licenza del software originale. Questo significa che ogni copia del software, anche se modificata, deve essere software libero.

Software con licenza GPL

La GPL (General Public License) è una licenza di software libero con permesso d'autore. La FSF la utilizza come licenza per la maggior parte del software GNU

Software Freeware

Il termine "freeware" non ha una definizione comunemente accettata, ma è comunemente utilizzato per i pacchetti software che possono essere ridistributi ma non modificati (ed il loro codice sorgente non è disponibile). Questi pacchetti non sono software libero.

Software Shareware

Lo shareware è software che dà la possibilità di ridistribuire copie, ma impone a chiunque continui ad usarne una copia di pagarne la licenza d'uso.

Software Commerciale

Il software commerciale è software sviluppato allo scopo di guadagnare dal suo uso.

Il progetto GNU e la Free Software Foundation

Il progetto GNU prese vita nel 1984 da un’idea di Richard M. Stallman. Egli iniziò la sua carriera al MIT, dove lavorava in un gruppo che utilizzava esclusivamente software libero. In quel periodo le società di computer spesso distribuivano software libero e i programmatori erano liberi di cooperare per lo sviluppo di nuovo software. Entro gli anni '80, quasi tutto il software divenne proprietario, e questo impedì la cooperazione degli utenti. Stallman allora diede vita al progetto GNU per rendere possibile la libera cooperazione nella comunità informatica, rimovendo gli ostacoli imposti dall’uso del software proprietario. Obiettivo del progetto è lo sviluppo di un sistema completo di software libero[4] compatibile con Unix. Il documento iniziale di Richard Stallman sul Progetto GNU è chiamato Manifesto GNU. [5] L’acronimo GNU e' un gioco di parole che significa Gnu's not Unix.

Allo scopo di dare supporto logistico, legale ed economico al Progetto GNU fu creata la Free Software Foundation (FSF). Questa organizzazione si occupa inoltre di eliminare le restrizioni sulla copia, sulla re-distribuzione, sulla comprensione e sulla modifica dei programmi per computer. Essa opera promovendo lo sviluppo e l'uso del software libero in tutte le aree dell'informatica.

Molte sono le organizzazioni che distribuiscono software libero; la Free Software Foundation si concentra sullo sviluppo di nuovo software libero, inserendolo in un sistema coerente che possa eliminare il bisogno di utilizzare software proprietario. Per questo motivo la Free Software Foundation rilascia il suo software con una particolare licenza che si chiama GNU GPL (General Public License). E’ questo un apposito copyright che, al contrario delle licenze del software commerciale, non limita la diffusione del software, bensì la favorisce impedendo al tempo stesso speculazioni sul software stesso. Questa licenza permette di installare una copia del software in ogni computer in ogni luogo (uffici, scuole, aziende..) e anche di prestarlo ad altre persone. La licenza consente a chiunque di ridistribuire o di modificare il software (gratuitamente o a scopi di lucro) purche' il prodotto venga rilasciato con la stessa licenza di quello di origine.

Nel saggio "Verso un’etica del software" pubblicato ne "Il giornale dell’Ingegnere" (http://animal.unipv.it/GNU/) il concetto di software "libero" viene spiegato dicendo che "come ciascuno può leggere quello che da altri è stato scritto e rielaborare le idee ivi contenute, come ciascuno può utilizzare le dimostrazioni di matematica e le teorie di fisica per i propri scopi, allo stesso modo ognuno dovrebbe essere autorizzato a leggere e rielaborare i programmi esistenti, perché il patrimonio ‘culturale’ informatico possa accrescersi a beneficio di tutti gli utenti di cal-colatori e, più in generale, per un utilizzo proficuo della tecnologia attuale". Anche il programma informatico secondo i sostenitori del movimento del "free software" deve essere trattato come un teorema di matematica o una qualsiasi teoria scientifica: infatti nè un insegnante per spiegare il teorema di Pitagora deve pagarne i diritti d’autore nè un alunno per utilizzarlo deve pagarne una tassa.[6]

2.    Il sistema operativo Linux

Linux è un sistema operativo libero e gratuito, compatibile con Unix. In realtà, per essere precisi, sarebbe più corretto parlare di sistema operativo GNU/Linux. Infatti Linux è un progetto sviluppato da Linus Torvalds, studente finlandese, nei primi anni ’90. Egli stava lavorando su Minix [7] al quale apportò dei miglioramenti ma non era autorizzato a ridistribuirli. Per questo motivo decise di fare un suo kernel Minix, completamente libero per tutti gli utenti, che chiamò Linux e rilasciò con licenza GPL. Linux è quindi solo il nucleo del sistema operativo. Nel frattempo coloro che lavoravano all’interno del progetto GNU avevano sviluppato varie applicazioni (compilatori, debugger, editor di testi, ambiente grafico) per quello che doveva essere un sistema operativo Unix non commerciale compatibile con tutte le specifiche Unix. Mancava però il kernel. Fu così che, grazie al contributo di molti altri programmatori [8], si unì il lavoro di Linus Torvalds e di coloro che partecipavano al progetto GNU creando il sistema operativo GNU/Linux. In realtà quindi Linux è una minima parte del sistema operativo completo. La differenza è sostanziale e va ricordata, anche se spesso si usa comunque il termine "Linux" per indicare tutto il sistema operativo GNU/Linux (come avviene nel presente lavoro).

Linux è un sistema operativo ad interfaccia a carattere con varie utility. Dispone anche di interfacce grafiche , molto simili a quelle di Windows.

E' un sistema operativo orientato ad Internet. Quasi tutti i provider di Internet infatti utilizzano Linux per i loro servizi.

Linux, in questo senso, è uno strumento che promuove la condivisione, perché ogni piccolo pezzetto della struttura del sistema è progettato per la massima integrazione con il resto del sistema e, tramite la rete, con il resto del mondo.

E’ un sistema multiutente. La multiutenza implica una distinzione tra i vari utenti. Fondamentalmente si distingue tra l'amministratore del sistema, o superuser, e gli altri utenti. L'amministratore del sistema è quell'utente che può fare tutto quello che vuole, ..l'utente comune è quello che utilizza il sistema ed è limitato nel suo operato dai permessi che gli concede l’amministratore.

Il sistema operativo GNU/Linux, così come tutti i sistemi operativi Unix, è composto essenzialmente da:

-           un sistema di avvio o boot;

-           un kernel;

-           un file system;

-           un sistema di inizializzazione e gestione dei processi in esecuzione;

-           un sistema di gestione della rete;

-           un sistema di gestione delle stampe;

-           un sistema di registrazione e controllo degli accessi;

-           una shell (interprete dei comandi);

-           alcuni programmi di servizio (utility) per la gestione del sistema;

-           strumenti di sviluppo software (C/C++).

Chiunque può prelevare, attraverso Internet, il software Linux e distribuirlo. Da ciò è nato il concetto di distribuzione. Le distribuzioni sono costituite da una raccolta scelta di freesoftware (pacchetti liberi e gratuiti), eventualmente da software commerciale in versione demo per il sistema operativo Linux. Inoltre in ogni distribuzione troviamo un programma di setup che consente di installare velocemente tutto il software contenuto in una distribuzione.

Attualmente vi sono parecchie distribuzioni stabili di Linux, le più diffuse sono la RedHat, la Slackware, la Debian e la Suse[9]. Le distribuzioni sono solitamente scaricabili via Internet o si trovano in CdRom (in tal caso il costo da pagare è dovuto al servizio di chi si incarica di produrre e distribuire i CdRom) allegati a riviste o libri specifici di informatica. Alcune distribuzioni Linux comprendono anche software commerciale a pagamento.[10]

3.    E’ possibile realizzare un laboratorio didattico con Linux?

La risposta è innegabilmente: “sì”.

Alcuni esempi

Ho visto la realizzazione pratica di un laboratorio con Linux all’Istituto Tecnico Max Planck di Villorba (TV), dove ho svolto il tirocinio.

Il laboratorio in questione ha in dotazione:

-           20 computer per gli studenti con processore Pentium IV 1,4 Ghz, 20 G di hard disk

-           1 computer con processore Pentium III 500hz, 128 Mb di RAM, due HD con slitta intercambiabili (per il server della cattedra) da 10 G ciascuno.

-           1 stampante laser

-           4 stampanti ad aghi

I computer sono collegati in rete; in quelli degli studenti è installato Linux RedHat 8.0 (dual-boot con Windows98). I due HD con slitta contengono uno Linux RedHat 8.0 e l’altro Windows 98.

Quando viene inserito il disco con Win98 i computer sono in rete P2P (peer to peer).

Quando viene inserito il disco con Linux il computer del docente diventa server di rete Linux con controllo di accesso e memorizzazione delle home centralizzati (NIS, NFS), server DNS, WEB, di posta (a solo scopo didattico).

Software presente con sistema operativo Linux:

-           shell di Linux

-           compilatore Pascal (fpc), C, e C++

-           DBMS e PostgreSQL

-           Java SDK della Sun

-           linguaggi per la progr. in rete: Perl, PHP, Python (fra gli altri)

-           Editor: vi, mcedit, gedit, Anjuta

Software presente con sistema operativo Win98:

-           turbo C

-           turbo Pascal

-           turbo Assembler

Un altro esempio concreto di realizzazione di laboratori didattici con Linux si trova all’IPC Besta, sempre nella provincia di TREVISO.

Ecco una breve descrizione dei laboratori:

Hardware: Due laboratori con PC dal 286 al P4 tutti in rete UTP. Macchine “obsolete” (286-386) usate come terminali con DOS TCP/IP, 2 stampanti laser veloci, collegamento Internet HDSL.

Software:

Distribuzioni usate: RedHat e, attualmente, Debian.

Interfaccia grafica “leggera”.

Server di posta e server Web “esterni”.

Server WEB, PostgreSQL, NFS, NIS, stampa interni.

Linguaggi C, Perl.

SW di ambiente: OpenOffice, Mozilla, client di posta.

Altri esempi di laboratori realizzati con Linux si trovano all'ITIS "E. Fermi" di Mantova e in almeno altre 10 scuole in Italia e in molte altre in Europa e nel resto del mondo.

( vedi alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/altre_scuole/index.html)

Aspetti tecnici

Requisiti minimi per installare Linux in un pc: per quanto riguarda il microprocessore, il sistema operativo può girare senza grossi problemi dal 386sx in su; l’assenza del coprocessore matematico, necessario per eseguire certi calcoli matematici complessi, non è un problema fondamentale, in quanto esiste un’emulazione via software nel kernel.

Come memoria, con 4 mega byte di ram il sistema gira, ma molto lentamente, soprattutto a causa del continuo uso del disco; quando la memoria è stata completamente utilizzata, in questa configurazione si riesce ad usare una sola console, mentre con 8 mega, in modalità testuale, si lavora agevolmente su un buon numero di console virtuali. Infine, se si vuole utilizzare il PC per farci girare un ambiente grafico, ovvero il server X, ci vogliono almeno 16 mega Byte di ram e un Window manager molto leggero. Però si può utilizzare la macchina come X terminal...

Per quanto riguarda il disco, una versione completa [di Linux] necessita almeno di 1 Gbyte ma non tutto ciò che viene installato è necessario, anzi… con un disco da 400 mega ci si sta benissimo, comprendendo anche lo spazio per lo swap, ovvero la memoria virtuale.[11]

4.    Perchè usare Software libero?

Quando si discute di applicabilità del free software alla didattica e il suo uso nel mondo della scuola è utile distinguere due aspetti , ovvero l’uso del free software per insegnare informatica e l’uso dello stesso come piatta-forma per l’insegnamento di altre discipline.

Nel primo caso l’esistenza di sistemi software di base di cui si possa analizzare e modificare il sorgente è sicuramente molto utile a chi voglia insegnare gli aspetti più tecnici dell’informatica..

Nel secondo caso la situazione è molto diversa. Dal punto di vista dei tipi di software a disposizione, la scelta non fa grande differenza: si hanno più o meno le stesse funzionalità. Vi sono però altri aspetti di carattere didattico, tecnico, etico, economico che vanno tenuti in considerazione.

Motivi didattici:

La prima motivazione è strettamente legata al tipo di interfaccia con cui si può presentare il software libero in generale, ed il sistema operativo Linux in particolare: interfaccia grafica e interfaccia a carattere.

L’interfaccia grafica è spesso predisposta per facilitarne l’uso del software da parte di utenti meno esperti o per particolari applicazioni (con forte componente grafica). Ha però lo svantaggio di “coprire” quelli che sono gli effettivi meccanismi di funzionamento del software (comandi , procedure...). Inoltre mantenere una interfaccia user-friendly spesso comporta costi notevoli in termini di numero di operazioni eseguite in un determinato tempo e memoria occupata.

Usando Linux con interfaccia a carattere si hanno dei vantaggi dal punto di vista della didattica.dell’informatica.

Per prima cosa lo studente è portato ad acquisire maggiore consapevolezza del funzionamento del sistema operativo (comandi, procedure, funzioni...) e del software in generale. Ad esempio se i ragazzi compilano un programma Pascal con fpc in Linux, avranno come risposta una serie di informazioni che riguardano la compilazione, il file oggetto, gli errori di compilazione e si rendono conto che il compilatore non crea solo il file eseguibile.

Per l’uso da parte di utenti ad alto livello, come possono essere gli studenti di un istituto tecnico ad indirizzo informatico, è spesso più comodo usare l’interfaccia a carattere in quanto più essenziale ma anche più funzionale. Offre infatti migliore flessibilità e maggiore rapidità d’uso (il sistema non deve gestire finestre, icone, pulsanti e altre caratteristiche dell’interfaccia e i comandi sono facilmente ripetibili grazie alla possibilità di richiamarli con la freccia in su o con la funzione di completamento). [12]

L’interfaccia a carattere può essere molto utile nel caso di ragazzi disabili. Essi molto spesso sono frastornati dalla eccessiva ricchezza di stimoli forniti dall’interfaccia grafica, che crea una sorta di “cortocircuito mentale”, impedendo loro di individuare le corrette procedure da seguire. Ho trovato un riferimento a tal proposito in un lavoro realizzato all’istituto "F. Besta" di Treviso dal prof. Angelo Magoga, insegnante specializzato, che si occupa di disabili psicofisici: [13]Era sorta l’esigenza di avvicinare una ragazza, frequentante la terza classe dell'istituto, all’informatica superando le restrizioni imposte dal tradizionale sistema operativo Windows, basato esclusivamente sul "point & click", per arrivare ad una serie di attività incentrate maggiormente sul ragionamento logico. Il sistema operativo Linux, basato sull’interfaccia a carattere, bene si presta a tale tipo di attività, eliminando la miriade di informazioni contemporanee (e spesso inutili) tipiche dell’interfaccia grafica che sono fonte di distrazione, quand’anche non di frustrazione, soprattutto per soggetti con capacità verso il limite inferiore della norma [14].”

E’ comunque da considerare che Linux dispone di una interfaccia grafica. L’ambiente grafico è gestito generalmente da X Window System (spesso detto semplicemente X o X Window) che permette di offrire un’interfaccia grafica all’utente. Vi sono poi gli ambienti desktop: Gnome (è l'ambiente desktop di default di Red Hat Linux 7) e KDE. Sono flessibili e semplici da utilizzare. [15] In questo modo è possibili utilizzare Linux anche con utenti non esperti, abituati all’interfaccia grafica di Windows e in generale per applicazioni a forte connotazione grafica (ad es. client grafici di posta, software per la creazione di pagine Web, per il trattamento immagini). [16] E’ possibile reperire software libero sostanzialmente per tutte le esigenze: elaborazione testi, foglio di calcolo [17], visualizzazione prodotti multimediali, programmi didattici specifici. Questo permette di operare con software libero a tutti i livelli di alfabetizzazione informatica. e per ogni esigenza didattica (unico settore un po’ “critico” è quello delle applicazioni CAD, delle quali si trova spesso software libero ma non gratuito).

La disponibilità del codice sorgente è indispensabile a coloro che devono insegnare informatica e sistemi nelle scuole tecniche ad indirizzo informatico. Ad esempio un sistema operativo di buona qualità come Linux offre molte occasioni ad un insegnante di mostrare in dettaglio aspetti della costruzione del software che altrimenti dovrebbero essere trattati solo superficialmente o astrattamente. In questo tipo di insegnamento avere la possibilità di vedere dal vivo un prodotto complesso è di grande utilità.

La possibilità di esaminare il codice sorgente e di “metterci le mani” è importante al di là del fatto di essere in grado di farlo Questo, dal punto di vista didattico, significa poter adattare il software ai propri obiettivi didattici e alla situazione ambientale (strutture disponibili, macchine a disposizione, livello di alfabetizzazione informatica degli studenti) ma anche poter mostrare ai ragazzi “come funziona”. Ritengo molto significativa, a tal proposito, l’analogia proposta dal prof. Bernardi:

Dell’automobile conosciamo molte cose ma non la sapremmo probabilmente riparare. Nel caso in cui avessimo qualche competenza di meccanica o elettronica saremmo in grado di studiare i meccanismi che la fanno funzionare e modificarli a nostro piacimento; le nostre conoscenze ci mettono comunque in grado di comprendere quali accorgimenti adottare per ottenere un buon funzionamento della macchina. Non è pensabile che tutti, studenti e insegnanti, siano così esperti da saper modificare il sorgente di un software ma è comunque importante che questo sia a loro disposizione. Insegnare ha come obiettivo far comprendere gli studenti, non ammaestrarli.

Strettamente legato alle osservazioni precedenti è il seguente aspetto: il software libero favorisce la crescita autonoma dell’allievo. In questo caso autonomia è intesa sia nel senso di capacità di intraprendere iniziative (ad es.:si interessa ad un programma e ne apporta delle modifiche a proprio vantaggio) sia in senso “tecnico” (sa “arrangiarsi” nella gestione del software, diventa esperto nella configurazione..) sia nel senso del lavoro personale (spesso non vi è un’unica strada per raggiungere un obiettivo). Infine è da considerare anche l’autonomia di scelta del software, che riguarda le scelte personali dello studente nel momento in cui si troverà a dover decidere quale utilizzare. Egli, all’inizio della scuola superiore, spesso conosce già il software proprietario e le sue caratteristiche; l’opportunità di conoscere il software libero gli permetterà di scegliere tra più alternative in base alla conoscenza di pregi e difetti delle varie possibilità.

Il software è paragonabile al libro di testo, soprattutto nei corsi di Informatica e Sistemi degli istituti tecnici ad indirizzo informatico. E’ uno strumento didattico indispensabile e sarebbe didatticamente assai limitante se gli studenti potessero utilizzarlo solo a scuola. Le libertà di copia e ridistribuzione permettono agli studenti di portare a casa lo strumento senza violare alcuna licenza [19]. Queste libertà, unite alla alta compatibilità dei prodotti, permettono una condivisione del lavoro. Gli studenti possono scambiarsi materiale prodotto e operare in una sorta di cooperative-learning, senza dover lottare con i problemi di riconoscimento del formato e delle configurazioni tipici del materiale prodotto con software proprietario. Basti pensare quante volte capita che un file di testo scritto con una versione di Word per Windows risulti completamente illeggibile con un’altra versione di Word.

Un aspetto strettamente collegato al precedente è quello relativo alla documentazione.Grazie anche al lavoro del progetto GNU, è stata creata una grande quantità di documentazione sia su Linux che sul software libero in generale. La documentazione si può reperire nelle guide (solitamente delle directory /usr/doc/nomeprogramma.), nelle man pages, leggendo gli howto, oppure chiedendo aiuto in qualche newsgroup. In casi “disperati” si può cercare il sito principale del programma (di solito esiste), e controre se esistono mailing list dedicate. Ultima risorsa è contattare l’autore. Molta documentazione è prodotta dai LUG (Linux User Grup) ed è scaricabile liberamente e gratuitamente. Può essere utilizzata direttamente dagli studenti oppure dal docente per la produzione di dispense ad uso didattico.

Motivi economici:

§           il costo rilevante delle licenze d’uso di software proprietario

§           la scarsità di fondi per le scuole/istruzione

§           si possono utilizzare anche macchine obsolete

Per quanto riguarda il costo delle licenze d’uso è emblematico quanto è accaduto in alcune scuole inglesi nell’estate del 1999.Prima dell’estate avevano deciso di passare tutti a una soluzione informatica basata su Windows NT. Avevano fatto i loro conti e avevano trovato i fondi del Ministero e le riduzioni e così via. Ma al ritorno della vacanze, piccola sorpresa: letterina dell’impresa che spiega che per semplificare lo schema delle licenze, le licenze sito (che loro avevano previsto [di acquistare] per pagare meno l’installazione di Windows NT sui PC) semplicemente erano soppresse.

La licenza sito è qualcosa del genere: voi siete 150 ma non usate tutti 150 nello stesso momento lo stesso programma; si fa una stima che 30 persone nello stesso momento usino Word, quindi in realtà Word è utilizzato su 30 postazioni alla volta. Io pago 30 licenze non 150: questa è una licenza sito, questa è la licenza che era prevista all’inizio dell’estate. Dopo l’estate avviene il cambiamento dello schema di licenza (la licenza sito non esiste più), quindi volete 150 copie? Pagate 150 licenze. Risultato: i responsabili delle scuole non erano molto contenti...” [20]

La scuola in generale e la scuola italiana in particolare non nuotano nell'oro. Sarà sempre più necessario ridurre i costi, anche in vista della piena realizzazione dell’autonomia. In "circostanze normali", una stazione di lavoro (per un esempio: Windows Xp + Office + compilatori + programmi grafici) può richiedere fino a 1.000 €. di software, da moltiplicare per il numero dei computer disponibili. La soluzione più diffusa consiste nell'installare programmi illegali con la complicità di rivenditori di pochi scrupoli e sperando di non incorrere in qualche guaio. Un'installazione standard per Linux, con StarOffice , Gimp e gcc costa al massimo 60 €., indipendentemente dal numero di macchine. Lo stesso vale, con differenze di costo ancora più marcate, per l'ambiente server.

Solitamente un computer che abbia più di tre anni viene considerato come uno strumento vecchio e quasi inutilizzabile. Questo accade perchè i programmi nuovi richiedono risorse di memoria e di velocità sempre più ampie, così da diventare inutilizzabili con un computer non recentissimo. Un modo per riutilizzare i “vecchi” computer è quello di utilizzare il "freesoftware". L’utilizzo di macchine obsolete permette un notevole risparmio in termini di costi per l’hardware.

L’Assistenza tecnica inoltre è pressochè gratuita. Tutti i problemi (o quasi) possono essere risolti chiedendo aiuto su Internet, ma al prezzo di dover attendere 1-2 giorni per trovare una soluzione.

Motivi etici:

§           educazione alla legalità

§           libertà:economica: siamo docenti non piazzisti.

§           libertà di insegnamento e autonomia didattica

§           rispetto dei criteri di uguaglianza ed equità: il software libero permette accesso a più persone

Il software libero educa alla legalità, al rispetto delle licenze ponendosi contro la pirateria e la logica del “sottobanco”. Molto spesso i ragazzi usano a casa programmi copiati contravvenendo alle leggi sul copyright. E’ un’abitudine diffusa ma eticamente poco corretta. D’altra parte il costo delle licenze d’uso di molti software proprietari è proibitivo per quasi tutte le famiglie e quindi è inevitabile che ciò si verifichi. La scuola è un’istituzione educativa e in quanto tale ha il dovere di proporre ai propri studenti alcuni valori quali il rispetto delle leggi e del lavoro altrui.

L'idea di affidare ogni aspetto dell'informatizzazione della scuola e della società civile ad una sola ditta, la Microsoft, ha dei rivolti un po’ “monopolistici”. Per questo è opportuno che tutti (studenti, docenti e altri operatori) abbiano coscienza che esistono diverse alternative di pari e, in certi casi, migliore qualità anche se gratuite. Inoltre, dal punto di vista dell’etica professionale proporre solo ed esclusivamente i prodotti di un’azienda è poco corretto; si rischia di diventare dei “piazzisti” contribuendo alla creazione di una sorta di “sudditanza commerciale”.

Libertà di insegnamento e autonomia didattica:

“Uno dei problemi strettamente correlati alle scelte che il personale docente opera al momento della selezione degli strumenti didattici è la creazione di una dipendenza diretta dagli stessi strumenti scelti. Tale dipendenza può essere più o meno esplicita ma tuttavia esiste e non può essere trascurata, e coinvolge tanto l'aspetto diretto della didattica quanto l'aspetto della cultura e delle conoscenze che vengono acquisite dagli studenti. L'adozione di programmi liberi consente al personale docente di operare tale scelta in assoluta autonomia ovvero senza dipendere da alcuna politica aziendale più o meno volubile, in quanto legata agli interessi puramente economici delle aziende proprietarie di tali strumenti. In questo modo la scuola e i docenti in generale non sono più vincolati ad un fornitore unico e possono scegliere liberamente sia il fornitore del software che le diverse soluzioni software, a seconda delle esigenze didattiche.” [21]

Il software libero permette l’accesso ad un numero maggiore di persone grazie alla possibilità di riutilizzo di hardware obsoleto (e quindi a basso costo) e di costi irrisori per il software. In questo modo non si creano discriminazioni e forti squilibri tra coloro che sono economicamente avvantaggiati, che quindi possono permettersi computer e software sempre aggiornati, e coloro che invece dispongono di scarse risorse economiche. Allo stesso modo in cui stiamo attenti a non gravare con costi eccessivi sul bilancio delle famiglie quando organizziamo le uscite di istruzione o altre attività scolastiche, così al momento di proporre l’uso di un software in ambito didattico è opportuno fare le stesse considerazioni.

Motivi tecnici

I motivi tecnici sono riferiti in particolare al sistema operativo Linux:

§           è un sistema multiutente e un sistema di rete

§           due punti di forza: sicurezza e affidabilità

Linux si presenta come possibile sistema operativo ideale per i laboratori scolastici soprattutto perché è un sistema multiutente.e un sistema di rete, cioè è nato apposta per gestire molti utenti tramite account, per funzionare assieme ad altre macchine e per accedere a Internet.

Uno dei problemi che affliggono le scuole è la difficile gestione delle macchine affidate agli studenti. Un computer Windows 98 o 2000 è soggetto a manomissioni più o meno involontarie che possono rischiare di comprometterne il funzionamento o comunque di modificarne le caratteristiche. In pratica succede che in molti laboratori scolastici periodicamente si devono fare interventi di manutenzione software al solo scopo di mantenere le macchine in grado di funzionare.

 Installando un sistema per la centralizzazione della gestione degli account (ad esempio un server NIS- Network Information Service) e definendo lo spazio delle home degli utenti sul disco di un'unica macchina (che può o non può coincidere con il server NIS) montandolo su tutte le altre stazioni con NFS (Network File System) si hail vantaggio di dovere definire una sola volta gli utenti, che solitamente sono numerosi (...) e che cambiano, almeno parzialmente, ogni anno. In più lo studente si trova a lavorare nello stesso ambiente sia a livello di interfaccia che di spazio su disco, qualsiasi sia la macchina che decide di utilizzare. In questo modo non occorre più procedere al "rito" dell'assegnazione dei computer ai singoli studenti con vincolo di indissolubilità per tutta la durata dell'anno scolastico e si evita anche l'inconveniente del ragazzo di terza che trova il proprio ambiente di lavoro completamente stravolto (icone spostate o scomparse, sfondo cambiato, file cancellati e tanto altro ancora) per colpa del compagno "cattivo" di quinta.

A tale proposito giova ricordare (ma questa non è tanto una prerogativa del NIS, quanto di un qualsiasi sistema operativo "serio") che nessuno studente, in un laboratorio "Linux" può installare software a suo piacimento, cancellare file al di fuori della propria home o comunque danneggiare in qualche modo una stazione di lavoro, almeno che non riesca ad impadronirsi della password di root o non colpisca il computer con una mazza da baseball...”[22]

I due punti si forza di Linux:

·           Sicurezza: interna (vedi osservazioni fatte sopra sulla gestione multiutente) ed esterna (le possibilità di attacco da parte di virus o di intrusioni dall’”esterno” sono nettamente inferiori rispetto ad altri sistemi (praticamente quasi inesistenti).

·           Affidabilità: gli episodi di crash sono molto meno frequenti rispetto ad un sistema Windows.

Motivi burocratici

L'acquisto di un calcolatore, la realizzazione di una rete interna, la connessione a Internet prevedono pratiche che possono richiedere decine di passaggi: tre preventivi a tre diverse ditte, l'approvazione da parte del dirigente scolastico e di quello amministrativo, del collegio dei docenti, del consiglio d'istituto... Con il software libero e la possibilità di riutilizzo di macchine obsolete già presenti nella scuola permettono di eliminare molti dei passaggi sopra citati a vantaggio di una procedura più snella e veloce.

Motivi culturali

§           il patrimonio culturale informatico dovrebbe essere liberamente fruibile a beneficio di tutti

§           analogia tra metodo scientifico ed Open Source

Ognuno dovrebbe essere autorizzato a leggere e rielaborare il software esistente, perché il patrimonio culturale informatico possa accrescersi a beneficio di tutti gli utenti.

Nel saggio "Verso un’etica del software" pubblicato ne "Il giornale dell’Ingegnere" (http://animal.unipv.it/GNU/) si legge: "come ciascuno può leggere quello che da altri è stato scritto e rielaborare le idee ivi contenute, come ciascuno può utilizzare le dimostrazioni di matematica e le teorie di fisica per i propri scopi, allo stesso modo ognuno dovrebbe essere autorizzato a leggere e rielaborare i programmi esistenti, perché il patrimonio ‘culturale’ informatico possa accrescersi a beneficio di tutti gli utenti di calcolatori e, più in generale, per un utilizzo proficuo della tecnologia attuale".

Il software proprietario è come una cattedrale, costruita solo da un architetto e dalle sue maestranze. Nessuno al di fuori di loro conosce i segreti della sua costruzione e pochi avranno il permesso di contribuire all’edificazione di qualche parte. Il software libero invece è paragonabile a un bazaar, un sistema basato su una fitta rete di contatti in cui tutti possono partecipare e collaborare.

 

Riguardo all’analogia tra metodo scientifico e sviluppo del free software riporto di seguito una riflessione di Roberto Di Cosmo [23]: molte teorie scientifiche sono di difficile verifica sperimentale, tanto è vero che solo pochi specialisti hanno i mezzi per ripetere le esperienze che ne rappresentano la base sperimentale. Nonostante ciò la comunità scientifica nel suo complesso rappresenta una garanzia sulla controllabilità delle asserzioni contenute nelle teorie scientifiche. Quindi se è vero che l’analisi del codice sorgente di un programma alla ricerca delle cause di un malfunzionamento o di un possibile miglioramento è una attività alla portata di pochi specialisti, ciò non deve indurre nell’errore di sottovalutare l’importanza della pubblica disponibilità del sorgente. Infatti anche se pochi sono gli specialisti che sanno effettivamente scrivere e controllare software, su scala mondiale si tratta di un gruppo che è assai consistente. Grazie alla presenza di un potente strumento di comunicazione come Internet, lo scambio di informazioni si è talmente sviluppato da creare una comunità internazionale di programmatori che ha dinamiche non dissimili da quelle della comunità scientifica.” [24]

5.    Quale didattica con il software libero?

Didattica dell’informatica

Nel corso del mio tirocinio all’I.T.I. Planck ho potuto osservare l’attività didattica svolta con l’ausilio di free-software. In particolare ho osservato le attività di Informatica e Sistemi nelle classi terza e quarta dell’indirizzo informatico.

Il software usato era il seguente:

·           In terza: Linux sia in modalità testuale che grafica, Free Pascal, mcedit.

·           In quarta: Linux sia in modalità testuale che grafica, C++(gcc), Java, mcedit,.

Gli argomenti sviluppati con l’ausilio del laboratorio sono stati:

Classe terza:

·           studio ed uso del S.O. Linux, dei principali comandi; gestione del sistema Linux sia in modalità a carattere che grafica,

·           risoluzione di semplici problemi di natura numerica, simbolica e grafica e implementazione della soluzione con un linguaggio Pascal mediante l’utilizzo di funzioni e procedure, tecniche di passaggio dei parametri, Array e Matrici (simulazione gioco del lotto, esercizi di caricamento, visualizzazione, ordinamento di vettori).

Classe quarta

·           programmazione della shell di Linux per automatizzare vari aspetti della gestione del sistema (ricerche,salvataggi ...)

·           gestione di archivi in linguaggio c

·           uso e studio di Java, applicato alla soluzione di problemi significativi (creazione di una calcolatrice)

Osservazioni: Circa metà dei ragazzi ha installato Linux a casa. Ho notato che l’utilizzo del software libero è per loro un fatto normale. Alcuni, che lo hanno installato a casa, chiedono consigli al professore nel caso di problemi o su come reperire qualche applicazione particolare. Gli studenti si scambiano materiale ed idee. Un ragazzo ha attirato la mia attenzione: ha recuperato un vecchio portatile (un 486 con 16 Mb di Ram e disco da 800 Mb con molti settori difettosi) ed è riuscito a farlo funzionare installando la distribuzione MuLinux da dischetto. Lo usa per fare un po’ di “esperimenti” dei quali rende partecipe anche un compagno. E’ sicuramente un esempio molto significativo di riuso di hardware "obsoleto" e di buona competenza tecnico/informatica, anche se non è da considerarsi “nella normalità”: il ragazzo in questione è veramente molto bravo.

Un altro esempio di uso di software libero nella didattica dell’informatica è quello dell’IPC Besta di Treviso:

Software utilizzato nella didattica curriculare all'IPC Besta [25]

Argomento

Prodotto

Riferimenti bibliografici

Siti

Classi

Sistema Operativo

GNU/LiNUX

Appunti di informatica libera. Cap 5 Esercizi pratici

GNURed HatDebianSuSE

3^ OGA

Programmazione

Perl

Informatica per il commercio elettronico. Cap 4

PERL

3^ OGA

Editor

VI

Appunti di informatica libera. Cap. 5 Esercizi pratici

 

3^ OGA

Base di dati

PostgreSQL

Informatica per il commercio elettronico. Cap 10

PostgreSQL

4^ e 5^ TGA

Trattamento testi e calcolo a macchina

StarOffice

M. Meadhra, "StarOffice", ed. Apogeo, 2000
M. Kock, S. Murroy, "Using StarOffice", ed.
QUE, 1999

OpenOffice

3^ OGA

Didattica in generale.

A mio parere l’utilizzo del software libero permette lo svolgimento delle medesime attività didattiche che si farebbero con analogo software proprietario.

Riporto qui di seguito alcuni esempi di attività con free software per il biennio.

Nei programmi per il biennio degli istituti tecnici industriali (D.M. 9 marzo 1994) è prevista l'attività di laboratorio di informatica a supporto dei temi di matematica.

Essa consiste in:

·           analisi di problemi e loro soluzione informatica attraverso la costruzione di un programma e il controllo della sua esecuzione...

·           esplorazioni e verifiche di proprietà matematiche, rappresentazioni grafiche e calcoli, come momenti che concorrono al processo di apprendimento della  matematica.

Le attività didattiche possibili sono:

·           esercitazioni di statistica con l’uso del foglio di calcolo (OpenOffice)

·           rappresentazione di semplici funzioni su un foglio di calcolo o altri programmi (GtkGraph, MathPlanner).

·           creare e manipolare figure geometriche con Dr. Genius (simile a Cabri)  e Kgeo (Programma di geometria per KDE, simile a Euklid)

Attività in laboratorio di informatica nell’ambito delle altre materie previste nel piano di studi del biennio:

·           approfondimenti di chimica con esempi di modellizzazione chimica in 3D. (Ghemical)

·           disegno CAD: LinuxCad, software commerciale, è considerato il sostituto di AutoCad per Linux

Moduli interdisciplinari

Informatica – italiano

Un esempio di attività didattica interdisciplinare è dato dal modulo progettato dalla prof. Mariacarla Vian assieme con i colleghi di informatica dell’IPC Besta di Treviso.

Tema: Software libero e libertà di pensiero

Destinatari: classe quarta di un professionale per il commercio composta da 25 studenti

Obiettivo generale: proporre in una classe quarta di un istituto professionale per il commercio l’argomento “libertà di espressione” a partire dall’uso del software libero (normalmente utilizzato dai ragazzi). Collegamenti storici e filosofici con il programma di storia della letteratura svolto normalmente in classe. Preparazione al saggio breve dell'esame di stato.

Il percorso è inserito all’interno della programmazione di storia della letteratura, dopo la trattazione del Seicento e del Settecento con lo specifico riferimento alla rivoluzione scientifica galileiana e all’Illuminismo, in special modo all’Encyclopédie.

Modalità di verifica: stesura di un articolo informativo e di un saggio breve come preparazione della modalità di scrittura che viene utilizzata per la stesura della prima prova scritta dell’esame di stato.

Contenuti:

I temi generali presi in esame sotto varie forme sono:

·                Analogia tra Open Source e metodo scientifico: la rivoluzione scientifica e metodologica di Galileo, e la rivoluzione informatica del freesoftware.

·                Condivisione della conoscenza: dall’Encyclopédie a Internet. L’idea di una “comunità pensante” come forza di cambiamento.

·                Il software libero e l’indipendenza culturale: dall’ipse dixit alla possibilità di imparare a comprendere, non ad essere ammaestrati.

Per un ulteriore approfondimento consultare lo schema del progetto[26].

Informatica – economia: La Cattedrale ed il Bazaar

Studio delle teorie sull’ingegneria del software suggerite dalla storia di Linux. I due modelli di sviluppo: il modello ‘a cattedrale’ tipico della maggior parte del mondo commerciale, e il modello ‘a bazaar’ del mondo Linux. Confronto con i sistemi di produzione industriale e individuazione di pregi e svantaggi di ciascuno.[27]

Informatica - Diritto: Diritto d’autore, licenze e brevetti nel mondo del software, dell’editoria e dell’industria.

Studio delle norme sul diritto d’autore e sulle licenze. Il significato dei brevetti nell’industria e nella produzione del software.

Informatica - Storia: Storia del software e storia della scienza

Analogia tra storia della scienza e storia del software libero (vedi articolo (22))

Informatica – inglese: Traduzione di documentazione

Traduzione a scopo didattico di materiale di documentazione relativo al software presente a scuola.

6.    Limiti ed obiezioni all’uso di Linux nella scuola

Limiti del sistema operativo Linux

Linux è un sistema operativo libero e gratuito, ma la libertà si paga e il prezzo da pagare è il seguente:

  1. Linux non è garantito, il software non ha nessuna garanzia nel senso che non potete citare per danni nessuno, ma è abbastanza stabile e le versioni già collaudate si possono considerare più che affidabili. L'affidabilità è garantita dalle migliaia (alcuni dicono 5 milioni circa) di sviluppatori e utenti che continuamente provano il nuovo software, usandolo in vario modo.

  2. Linux è relativamente facile da installare (come Windows95) ma non altrettanto da configurare. La configurazione necessita di un minimo di conoscenze informatiche e di pazienza. Una volta che sapete configurare il sistema, però, siete liberi di personalizzarlo a vostro piacere (cosa che con altri sistemi operativi non è possibile con altrettanta facilità).

  3.  Linux è privo di supporto tecnico locale, nel senso che vi dovete arrangiare da soli, eventualmente si può chiedere aiuto via Internet (cosa però sconsigliata). E' anche questo il motivo del nascere di vari gruppi per poter collaborare...

Ma questi che potrebbero essere limiti per una azienda, non lo sono per una scuola che per sua natura può ovviare a questi limiti all'interno di sè stessa, utilizzando le proprie risorse, che in certi casi sono tutt'altro che scarse. [28]

Alcune obiezioni

Spesso, quando si propone l’uso di software libero nella didattica, nascono delle obiezioni. Eccone alcune:

- Gli studenti andranno a lavorare in uffici dove si usa Windows/Office

L’affermazione è vera, ma non completamente. Attualmente sono sempre più le aziende che si affidano al sistema operativo Linux per la gestione dell’informatica aziendale. Inoltre la scuola di Stato ha lo scopo di formare, di far conoscere i processi logici, di rendere autonomi e non di addestrare su un prodotto.La flessibilità e l’autonomia che si sviluppa operando con Linux permette di imparare ad utilizzare qualsiasi altro sistema operativo in breve tempo.

- L’introduzione di Linux nel laboratorio richiede un carico di lavoro abbastanza oneroso da parte del docente.

Questo è vero. Molti spesso il personale tecnico presente nei laboratori non conosce questo sistema operativo e quindi il docente è costretto ad “arrangiarsi”. “Nell'ipotesi che si parta da zero, per implementare Linux nella propria scuola, ci vorrà del tempo. Nessuno può aspettarsi di diventare, in una notte, un esperto di sistema Linux, né un esperto di reti, o di database.

Per implementare l'ambiente Linux nelle scuole ed essere operativi didatticamente ci possono voler dai due ai tre anni di lavoro, a seconda del livello di partenza. E’ necessario acquisire per prima cosa dimestichezza con il sistema operativo, la sua installazione, la ricompilazione del kernel, la gestione del file system, ecc.e in second'ordine padronanza con gli applicativi di vario tipo e i vari linguaggi di programmazione (StarOffice, Netscape, Perl, Java, c/c++, ecc. a seconda delle esigenze). Successivamente, per chi ne ha necessità, è necessario acquisire familiarità con la gestione delle reti, gestione del server web (Apache)[29]

- Ma quali sono i vantaggi?

Un ostacolo molto grosso all'introduzione di Linux nella scuola, anche se spesso non è espresso, è la mancanza della percezione dei vantaggi da parte dell'amministrazione e dell'utenza. Spesso è difficilmente risolvibile.

7.    Cosa ne pensano gli studenti?

Dopo due anni di utilizzo dell'ambiente Gnu/Linux, presso l'Istituto Besta di Treviso, da parte degli studenti della quarta A, è stato chiesto loro cosa ne pensassero. Così hanno risposto

Da un sondaggio fatto (2001) nella classe quarta A del Besta: [30]:

I quesiti:

1)       differenza tra Linux e Windows;

2)        differenza tra interfaccia a carattere e grafica

8.    La normativa e le indicazioni del ministero in materia di tecnologie didattiche

·           Circ. n. 282 - Prot.n. 1731 - Roma, 24/4/97  http://www.infosys.it/INFO90/all2.html Allegato B

...2 Direzioni Generali dell'Istruzione Tecnica e dell'Istruzione Professionale

Le soluzioni tecnologiche nel settore dell'Istruzione Tecnica e professionale, ..., debbono tenere conto del fatto che generalmente in questi istituti la presenza di dotazioni informatiche è più consistente e in qualche caso può consentire scelte strutturalmente più complesse. La tradizionale soluzione di una o più aule ciascuna delle quali attrezzata con una piccola rete, ma isolate fra di loro e dal resto dell'istituto, pur avendo una sua validità per l'insegnamento di determinate discipline, dovrebbe essere superata da un approccio più dinamico e aperto. Si dovrebbero dunque tendere, non necessariamente in un unico passo, ma anche con una evoluzione progressiva, alla interconnessione delle stazioni multimediali in una INTRANET ... onde consentire la fruizione di ogni materiale multimediale (sia interno che esterno alla realtà scolastica locale) da parte di tutto il personale scolastico.

Questa indicazione considera l'esistenza di realtà scolastiche avanzate ed intende promuovere negli istituti un lavoro collaborativo che comporti una creazione di valore aggiunto, sia con lo scambio di informazioni che con la rielaborazione delle stesse anche in forma ipermediale.

·           Il Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche ha preso il via nel 1995 con la direttiva n. 318. Ad essa è seguita una serie di provvedimenti attuativi http://www.alphacentauri.it/testi/normativa/pstd.htm

·           Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche nel periodo 1997-2000 http://www.infosys.it/INFO90/piano.html

Obiettivi...

a) Educazione degli studenti alla multimedialità e alla comunicazione

... la comprensione degli aspetti funzionali delle tecnologie e dei principi scientifici sui quali esse si basano, oltre che essere un obiettivo della formazione generale di tutti i cittadini, è anche un mezzo per favorire, ..., una padronanza delle logiche e delle tecniche di impiego, utile peraltro per lo sviluppo di una solida professionalità...

b) Miglioramento della efficacia dell'insegnamento e dell'apprendimento delle discipline

L'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione può dare un notevole contributo all'efficacia del processo di insegnamento-apprendimento. Si tratta di scegliere di volta in volta fra i numerosi strumenti che i docenti e gli allievi possono impiegare nelle diverse funzioni didattiche individuali e di gruppo, come la lezione, lo studio, l'esercitazione di specifiche abilità e la soluzione dei problemi, la progettazione, la valutazione. Affinché questo obiettivo si realizzi occorre che i mezzi vengano scelti in modo coerente rispetto ai contenuti trattati e alle abilità di sviluppare.

E' anche necessario che l'uso delle tecnologie sia connesso ad attività e contenuti pertinenti rispetto ai curricoli dei diversi ordini di scuola e che dia un effettivo contributo al raggiungimento degli obiettivi stabiliti per le diverse aree disciplinari

c) Miglioramento della professionalità dei docenti

La padronanza delle tecnologie didattiche è evidentemente una condizione perché essi possano introdurle nel loro lavoro. I diversi progetti in cui si articola il programma dovranno dunque dare un adeguato spazio alla formazione dei docenti in questa direzione.

L'uso delle tecnologie non è però solo un fine e un oggetto dell'aggiornamento, ma anche uno strumento utile per la professionalità dei docenti: i nuovi sistemi di comunicazione, ad esempio, consentono la consultazione di banche di dati e la ricerca di materiali, lo scambio di esperienze, la consulenza e l'assistenza a distanza, il lavoro cooperativo; l'auto-formazione e la formazione a distanza

·           Utilizzo del software. La questione riguardante l'utilizzo del software per scopo didattico e il problema delle licenze d'uso del software nelle scuole (in particolare Parere dell'Avvocatura Generale dello Stato in risposta al quesito posto dal Ministro della pubblica istruzione sui risvolti legali relativi all'utilizzo del software per scopi didattici (circolare n. 351/1994) http://www.alphacentauri.it/testi/normativa/utilizzo_sw.htm

·           Piano Nazionale di Formazione sulle competenze informatiche e tecnologiche del personale della scuola Circolare Ministeriale n. 55, prot. n. 2416, del 21 maggio 2002. http://www.cgilscuola.it/rubriche/Aggiornamento/allegatocm55.pdf

BIBLIOGRAFIA

(1) Cos’è il software libero? traduzione dal documento originale inglese della FSF http://www.linux.it/GNU/filosofia/free-sw.shtml

(2) Perché "Software Libero" è meglio di "Open Source? traduzione dal documento originale inglese della FSF http://it.gnu.org/philosophy/free-software-for-freedom.it.html

(3) Cos'è il software libero? scritto da Francesco Potortì per l'Associazione Software Libero http://www.softwarelibero.it/documentazione/softwarelibero.shtml

(4) Panoramica del Progetto GNU traduzione dal documento originale inglese della FSF http://www.gnu.org/gnu/gnu-history.it.html

(5) Computer: servitore o padrone? di Luisa Bortolotti - tratto dagli Atti del seminario “INFORMATICA E SCUOLA: IL FENOMENO LINUX” a cura di Luisa Bortolotti e Paolo Rauzi p.123 (consultabili in rete al sito http://www.iprase.tn.it/tecnologie/index_atti_Linux.asp)

(6) Ruolo e prospettive del sistema operativo Linux nella didattica dell'informatica e nella scuola di Antonio Bernardi. http://www.linuxdidattica.org/docs/conferenze/treviso-scuola.1997.html

(7) GNU/Linux nella didattica - Antologia da Appunti di informatica libera a uso dei docenti di Daniele Giacomini http://linuxdidattica.org/docs/antologie/didattica/a2dida.html

(8) Considerazioni di uno scettico di Luigi Colazzo & Nicola Zeni tratto dagli Atti del seminario “INFORMATICA E SCUOLA: IL FENOMENO LINUX” a cura di Luisa Bortolotti e Paolo Rauzi pag.31-44 (consultabili in rete al sito http://www.iprase.tn.it/tecnologie/index_atti_Linux.asp)

(9)Unix. Una cultura di condivisione di Alessandro Rubini tratto dagli Atti del seminario “INFORMATICA E SCUOLA: IL FENOMENO LINUX” a cura di Luisa Bortolotti e Paolo Rauzi pag.45-58 (consultabili in rete al sito http://www.iprase.tn.it/tecnologie/index_atti_Linux.asp)

(10) Progetti Istituto Fabio Besta alla pagina http://linuxdidattica.org/docs/besta/

(11) Software a scuola: prodotto o cultura di Antonio Bernardi alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/bernardi_27.html

(12) Ruolo e prospettive del sistema operativo Linux nella didattica dell'informatica e nella scuola, 1997-1998 di Antonio Bernardi alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/filosofia/linux-didattica.html

(13) Proposte per una diversa politica sulla multimedialità nella scuola italiana, 1998 di Antonio Bernardi alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/filosofia/politica-multimedia.html

(14) La filosofia del software libero nella scuola della autonomia per la formazione del tecnico del commercio elettronico, 2000 di Antonio Bernardi alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/filosofia/linux-didattica-2.html

(15) Il battito d'ali di una farfalla articolo di Giulio Mazzolini in “LiNUX Magazine” N.28, marzo 2003 alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/mazzolini_28.html

(16) Pirateria, protezione della copia e libera copia articolo di Giulio Mazzolini in “LiNUX Magazine” N.27, febbraio 2003 alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/mazzolini_27.html

(17) Per una politica del free software e dell’open source anche in ambito scolastico di Roberto Di Cosmo tratto dagli Atti del seminario “INFORMATICA E SCUOLA: IL FENOMENO LINUX” a cura di Luisa Bortolotti e Paolo Rauzi pag.19-30 (consultabili in rete al sito http://www.iprase.tn.it/tecnologie/index_atti_Linux.asp)

(18) Linux e hardware obsoleto di Mauro Colorio tratto dagli Atti del seminario “INFORMATICA E SCUOLA: IL FENOMENO LINUX” a cura di Luisa Bortolotti e Paolo Rauzi pag.97-104 (consultabili in rete al sito http://www.iprase.tn.it/tecnologie/index_atti_Linux.asp)

(19) Linux nella didattica: un esempio concreto articolo di Fulvio Ferroni in “LiNUX Magazine” N.13, agosto-settembre 2001 alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/ferroni13.html

(20) Memoria sul software libero nella scuola consultabile al sito http://www.annozero.org/nuovo/stories.php?story=120

(21) Linux nella didattica: chi ha detto che non è adatto al desktop? articolo di Fulvio Ferroni. in "LiNUX Magazine” N.15, dicembre-gennaio 01-02 alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/ferroni15.html

(22) La comunità Open Source come comunità aperta: l’analogia con la comunità scientifica. Luisa Bortolotti & Paolo Rauzi tratto dalla relazione tenuta al Convegno “AICA Libre” a Milano il 20-12-2001 alla pagina http://scuola.linux.it/docs/filosofia/brtrz_2.html

(23) Questo Linux è mio e lo gestisco io di Massimo Parolini; tratto dagli Atti del seminario “INFORMATICA E SCUOLA: IL FENOMENO LINUX” a cura di Luisa Bortolotti e Paolo Rauzi pag.113-189 (consultabili in rete al sito http://www.iprase.tn.it/tecnologie/index_atti_Linux.asp)

(24) GNU/Linux nella scuola italiana: una scelta improrogabile articolo di Antonio Bernardi. in "LiNUX Magazine” N.14, ottobre-novembre 2001 alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/bernardi14.html


NOTE


[1] Tratto da: http://www.linux.it/GNU/filosofia/free-sw.shtml, traduzione dal documento originale inglese della FSF.

[2] La licenza d’uso è un documento che accompagna la maggior parte del software, e specifica i diritti e i doveri di chi lo riceve per quello che riguarda la libertà di condividere e modificare il software stesso. Tutte le licenze d'uso traggono il loro valore legale dalle norme sul diritto d'autore (copyright). Gran parte delle licenze comunemente usate sono proprietarie, cioè non libere, in quanto non garantiscono le quattro libertà citate sopra.

[3] Nel 1998, alcuni sviluppatori di software libero hanno iniziato ad usare l'espressione "software open source" invece di "software libero". Per approfondimenti consultare la pagina http://it.gnu.org/philosophy/free-software-for-freedom.it.html del sito del progetto GNU oppure http://www.softwarelibero.it/documentazione/softwarelibero.shtml

[4] Compreso un Sistema operativo Unix non commerciale, compatibile con tutte le specifiche Unix

[5] Tratto in gran parte da: Panoramica del Progetto GNU all’indirizzo http://www.gnu.org/gnu/gnu-history.it.html

[6] Tatto da: Computer servitore o padrone? di Luisa Bortolotti  dagli Atti del seminario “Informatica e scuola: il fenomeno Linux” p.123 (consultabili in rete al sito http://www.iprase.tn.it/tecnologie/index_atti_Linux.asp)

[7] Minix è uno Unix, di cui è disponibile il codice sorgente completo del nucleo ma non è permesso modificarlo e ridistribuirlo.

[8] Per la realizzazione di tale sistema operativo hanno lavorato migliaia di persone, ciascuna mettendo il proprio piccolo contributo. Nello stesso kernel Linux c’è il lavoro di centinaia di persone, spesso contributi molto piccoli ma importanti all’interno del progetto nel suo complesso.

[9] Molte di queste sono facilmente reperibili in edicola allegate a riviste di informatica.

[10] Tratto da (7) cap.3 alla pagina http://linuxdidattica.org/docs/antologie/didattica/a2dida4.html#title20

[11] Tratto da (18) pag. 101. Per approfondimenti consultare (17). Per conoscere un esempio concreto di realizzazione di un laboratorio con Linux consultare Linux nella didattica: un esempio concreto articolo di Fulvio Ferroni su LiNUX Magazine N.13, agosto-settembre 2001.

[12] “La disponibilità della linea di comando offre una potenzialità enorme all’utente, senza per questo pregiudicare l’utilizzo di ambienti grafici e interfacce a menu. Questo comando  sort data | a2ps | bold | rsh prozio "cat > /dev/lp0" dice: metti in ordine il contenuto del file "data" e manda il risultato al comando "a2ps" (ascii to postcript: converte il testo puro in linguaggio postscript, un linguaggio di definizione della pagina usato dalle stampanti di qualità e altri sistemi). Il risultato di questa conversione viene mandato al programma "bold", un programma di due righe che ho scritto per utilizzare i caratteri courier-bold invece che courier. L’uscita del comando "bold" spediscila attraverso la rete al calcolatore chiamato "prozio" e lì indirizzalo verso la stampante. Un altro programma che ho scritto utilizza la linea di comando per cercare il numero di telefono di una persona dalla mia rubrica personale e stamparlo sulla scheda audio, così basta appoggiare la cornetta del telefono sull’altoparlante per fare il numero. Nonostante la sintassi di una linea di comando richieda una fase di apprendimento da parte dell’utente, nessuno strumento grafico permette questa flessibilità.” Tratto da (9) pag. 49.

[13] Per maggiori informazioni  consultare all’indirizzo: http://linuxdidattica.org/docs/besta le pagine dedicate all’attività didattica di sostegno.

[14] Tratto da: http://linuxdidattica.org/docs/besta/pres.html

[15] La differenza principale tra i due è che KDE fornisce un proprio gestore di finestre invece Gnome si appoggia ad altri (Sawfish principalmente).

[16] Vedi ad esempio alla pagina http://www.linuxtrent.it/moin/moin.cgi/SoftwareDidattico

[17] Una applicazione equivalente al pacchetto Office di Microsoft è StarOffice, scaricabile gratuitamente Il dal sito della SUN www.sun.com/staroffice .

[18]Tratto da: http://linuxdidattica.org/docs/conferenze/vicenza/ven_vic/ven_vic1.html

[19]Una delle componenti fondamentali della didattica è la possibilità e la necessità da parte degli studenti di proseguire e approfondire nella propria casa il processo di apprendimento iniziato nella scuola. Tale necessità, nel caso specifico dell'informatica, richiede l'accesso agli stessi software (o funzionalmente equivalenti) utilizzati nella didattica in classe. Nel caso del software libero, lo svolgimento dei compiti assegnati agli studenti e l'eventuale approfondimento individuale, attività svolte al di fuori dell'orario scolastico, non comportano oneri aggiuntivi per le famiglie in quanto il docente può fornire gratuitamente alle classi copie dei programmi utilizzati in aula, restando nella totale legalità. Ricordiamo, infatti, che per la legge italiana, se un docente o uno studente copia del software in violazione della licenza che lo accompagna, anche solo per eseguire delle esercitazioni didattiche, commette un reato punibile con l'arresto dai sei mesi ai tre anni di carcere.” Tratto dalla memoria presentata il 2 luglio 2002 al Senato della Repubblica dal Lugroma assieme a FSF Europe e all'Associazione software libero.

[20] Tratto da (17), pag.26.

[21] Tratto dalla memoria presentata il 2 luglio 2002 al Senato della Repubblica dal Lugroma assieme a FSF Europe e all'Associazione software libero. Il testo è stato redatto da Marco Pietrobono su testo originale di Alessandro Rubini, con i contributi di Stefano Maffulli e Antonio Bernardi. (consultabile al sito http://www.annozero.org/nuovo/stories.php?story=120)

[22] Tratto da (21)

[23] Roberto Di Cosmo è docente di informatica all’università di Parigi

[24]  Tratto da (22)

[25] Tratto da http://www.linuxdidattica.org/docs/besta/soluzioni.html#title1

 

[26] Alla pagina http://www.linuxdidattica.org/docs/ivb/modulo_organizzativo.html

[27] Per alcuni spunti consultare http://www.unimo.it/corsi/linux/presentazione/cattedrale/cathedral-bazaar.html

[28]  Tratto da (12)

[29] Tratto in gran parte da (12)

[30] Tratto da (24)